Ieri – ahimé – mi sono imbattuto in questo articolo, sul sito de Il Corriere della Città, testata di informazione delle mie parti.
Sorvoliamo sulla frase “Del resto Ardea è già un paese multietnico grazie alla grande presenza di rom” che perlomeno fa venire il sospetto che l’autore non conosca la differenza tra rom e romeni.
Il finale dell’articolo è il pezzo forte. Quello in cui lo stesso autore riporta la “trascrizione” della presunta missiva arrivata alle agenzie immobiliari, per saziare la sete di verità di “chi ha dubbi sulla veridicità della richiesta”. Un vero e proprio bijoux.
A me l’articolo dà un enorme senso di tristezza. Se la qualità di una democrazia si misura dalla qualità dell’informazione, questo articolo (e il fatto che l’autore sia praticamente l’unica fonte di informazione ad Ardea) spiega molte cose.
Per non fare – solo – il saputello, mi permetto di segnalare qualche domanda, per render la critica un po’ più costruttiva:
- è possibile visionare non la “trascrizione”, ma una copia/foto dell’originale della richiesta pervenuta alle agenzie immobiliari del territorio?
- è possibile avere qualche altra informazione sul mittente della missiva, la “M.C. immobiliare Beni srl”?
- è possibile capire perché tale agenzia sia il tramite tra i fondi pubblici e altre agenzie immobiliari (in un processo che a questo punto diventa lunghissimo e costosissimo)?
- è possibile capire quanto guadagna dall’operazione la “M.C. immobiliare Beni srl”?
- è possibile capire quanto guadagna dall’operazione l’agenzia immobiliare che fa da tramite tra la “M.C. immobiliare Beni srl” e il proprietario dell’immobile?
- è possibile sapere chi eroga i fondi (lo Stato? La Regione? L’Unione Europea?)?
Ecco, un giornalismo di qualità si sarebbe di certo posto queste domande prima di scrivere il pezzo.
Ho come la sensazione che, rispondendo a queste domande, peraltro, l’articolo sarebbe stato molto differente. Che – nel caso la notizia fosse vera e non voglio dubitarne – avrebbe provocato meno reazioni “di stomaco” (di quelli che oggi lamentano il presunto “razzismo” dello Stato che non pensa agli “Italiani”) e magari qualche indignazione in più sui tanti (troppi) italiani che, grazie all’immigrazione e ai fondi a disposizione, anche in questa epoca di crisi, traggono profitto dalle tragedie in mare.
Ecco, per dire.